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CLAUDIO ASQUINI

Claudio Asquini nato a Roma nel 1963, dove vive e lavora, ha avuto esperienze lavorative sia in Germania che in USA.

Niente è più reale e al tempo stesso irreale delle fotografie di Claudio Asquini.

Accurate e minuziose stampe a colori da lastre di grande formato, realizzate col banco ottico.

Le immagini sono concepite con una chiave di lettura con situazioni non del tutto decifrabili,

personaggi enigmatici, atmosfere tese e ambigue.Se da un lato in esse è riconoscibile l'impianto di carattere realistico,

dall'altro un certo indulgere sul non detto e sul non visto.

Così che la realtà piuttosto che catturala si finisce per interrogarla.

Augusto Pieroni

Tra forma e contenuto

Personalità tra le più interessanti nel panorama giovanile italiano,Claudio Asquini è pittore, scultore, fotografo e video artista.

Egli si è distinto già all’inizio degli anni novanta per una ricerca plastica oggettuale, sospesa poeticamente tra forma e significato, tra contenuto e immagine.

Con una grande sensibilità verso i materiali ma nel medesimo tempo con profondo intuito verso il potere evocativo dell’oggetto, Asquini ha realizzato nel tempo opere memorabili, tutte giocate su uno spiazzamento visivo ironico e disarmante, come la”Bitta” o pure una pistola dalla lunga canna.

La sua ricerca plastica segue sostanzialmente due direzioni: da un lato egli intende individuare la poesia intima dell’oggetto e della forma (vedi i lacrimatoi);dall’altro invece  egli utilizza il patrimonio visivo comune per cercare ossimori visivi, spiazzamento, interrogativi.

Per cui i suoi lavori rivelano un’alta qualità estetica e nel medesimo tempo uno straordinario spessore mentale e concettuale.In questo senso potremmo aggiungere che il suo lavoro rivela una notevole apertura ontologica, di posizioni e di visione del mondo.

 

Andrea Bellini 

Astrazione ridefinita

Sovvertire il principio della distinzione tra Astrazione e Figurativo, rappresentando ancora la realtà, ma stravolta e trasformata, in uno stile anti convenzionale.

Demetrio Paparoni identificò questo tipo di approccio alla pittura con il nome di “Astrazione Ridefinita”

Un universo simbolico, in cui l’essere umano ci si ritrova attraverso l’utilizzo di forme e simboli in significati propri, vedi l’astrazione del teschio in forme raffreddate al computer, e poi enfatizzate, e ripetute all’infinito, è in questo fare che si sublima l’opera nella sua ripetivitità.

Anche le “Griglie” rientrano in questo concetto, tutto questo strutturato su grandi spazzi vuoti monocromi, basi colorate come griglie aperte.

Il teschio come Vanitas, or Memento Mori.

Claudio Asquini

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+39 392 753 9878

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